Recensioni (5)
Pazzesco ! Non so neanche da dove cominciare per trasmettere la quantità di aspettative ed emozioni che si nascondono dietro il titolo. Dalle nebbie del passato per quelli della mia generazione che sono cresciuti a Star Blazers, emerge l'astronave Argo con il suo equipaggio. Poi naturalmente, con la maturità giunge la consapevolezza che l'anime è giapponese e pertanto tutti i nomi sono stravolti. Grandissima sorpresa invece ritrovare la colonna sonora originale, il tema di apertura, che ovviamente in lingua originale assume uno spessore diverso e piacevolissimo, una musica epica e trascinante, una emozione continua.
Uchū Senkan Yamato 2199 è un reboot della serie originale in 26 episodi, che fino ad ora era rimasto nascosto al nostro pur vigile occhio. Eppure era lì fuori ad aspettare. Una volta scoperto, non ci si può fermare davanti a niente e si parte insieme al Comandante Okita e all'equipaggio della Yamato destinazione Iskandar. La grafica rivista in chiave moderna, le animazioni 2D, la storia, le musiche, perfino i dettagli sono straordinari. Rimane il gusto nipponico per l'onore, il rispetto, l'orgoglio nazionale, il combattimento, perfino per la malizia, con le ragazze della Yamato che sono bellissime. Le storie di sottotrama sono anch'esse molto gobidili, le gelosie, gli amori, le famiglie e le personalità dei membri di spicco sono ben delineate e portate insieme fino alla fine del viaggio.
E' un viaggio epico quello della Yamato, dai primi episodi sulla Terra, la preparazione, l'ignoto, il sistema solare che si allontana, le galassia, il tempo che preme, la Terra ormai condannata, gli alieni e la possibilità di accordo, di pace, di concordia, che fa capolino ad ogni scontro.
Esultiamo e ci rifugiamo stupiti nei salti warp, nelle nebulose e nelle stelle, nel cannone a onde moventi, nelle scene di combattimento straordinarie della indomita corazzata spaziale, che si fa largo fino alla destinazione e al ritorno sulla Terra, velato di nostalgia e tristezza, di speranza e ricordi. Tutti viaggiamo insieme all'equipaggio, ridiamo e piangiamo, esultiamo e temiamo insieme a loro. Il coinvolgimento, se accordato, è totale.
Non ho alcun rilievo da fare a tutta la serie, qualche episodio essenzialmente riempitivo, ma ci sta. Ho visto tutte le puntate già più volte e ve ne sono alcune di una bellezza fulgida e abbagliante. Le emozioni che mi hanno trasmesso sono difficilmente spiegabili a parole.
Se qualcuno dovesse dare una definizione di un perfetto reboot di una serie, certo al primo posto ci sarebbe la Yamato. Grazie a chi ci ha lavorato, veramente. Un'opera epica che coinvolge gli amanti del genere e tutti i vecchi fan, proiettando Star Blazers veramente verso il 2199.
Videogioco action-adventure pubblicato da Ubisoft nell'anno 2003, anche se forse poco conosciuto è una vera perla di programmazione e realizzazione.
La trama ci porta nel mondo di Hillys, pianeta abitato da esseri umani e umanoidi e minacciato dall'invasione di esseri alieni chiamati Domz. L'azione si apre infatti proprio su un attacco dei Domz ad un faro dove immediatamente facciamo la conoscenza della protagonista Jade e di suo zio, Pey'j, in sostanza un maiale bidepe.
Anche la tipologia di gioco ci appare subito chiara perché nella sequenza iniziale dobbiamo subito combattere contro gli alieni a suon di bastonate. Jade infatti è una specialista nell'uso del bastone (il quarterstaff di memoria fantasy), con il quale è in grado di menare fendenti in ogni direzione.
Al termine del breve combattimento siamo già invogliati a scoprire cosa si cela dietro alle invasioni Domz. Difatti arrivano dei soldati, le squadre Alfa, che sarebbero l'esercito regolare di Hillys e che sempre condizionale, dovrebbero proteggero gli abitanti. La presenza di un giornalista che filma la scena e subito se ne va ci introduce al dubbio che queste squadre Alfa non siano ciò che dicono di essere.
E' questo infatti il tema principale del gioco, la propaganda, parola che ci accompagnerà per tutto lo svolgimento, anche inserita nell'ottima colonna sonora. Gli hillyani infatti sono bombardati da filmati e servizi sulle squadre Alfa e credono ciecamente che siano i loro difensori.
Jade viene contattata da un misterioso intermediario che gli affida una missione su un isola del comprensorio hillyano, fotografare un esemplare di un mostro alieno avvistato in quella zona. Jade è infatti una fotografa e riceve anche la missione di catalogare tutte le specie animali di Hillys inviando le fotografie al Centro scientifico, che le pagherà mucho dinero, come direbbe Secundo, l'assistente ologramma di Jade.
Al termine della prima missione scopriamo senza dubbio che le squadre Alfa non sono che una copertura dei Domz e con loro collaborano sequestrando gli Hillyani per scopi terribili. Jade viene quindi introdotta nella rete IRIS, gruppo di ribelli che ha lo scopo di sovvertire la propaganda Alfa e rivelare a tutti i veri scopi dei Domz, oltre a voler liberare tutti i prigionieri.
La nostra ricerca ci porterà in tutte le locazioni di Hillys, città, mare, montagne, vulcani, minieri abbandonate, scantinati e fabbriche che pullulano di pericoli e nemici, ma anche di tesori. La moneta più preziosa di Hillys, sul mercato nero, infatti sono delle perle che Jade raccoglierà per scambiarle con i pezzi di ricambio per il suo hovercraft. Già, hovercraft, perché Hillys è coperto per la grande maggioranza dal mare e per spostarsi Jade utilizza questo simpatico e adeguato mezzo di trasporto, in grado anche di combattere facendo fuoco con laser.
Jade parteciperà anche, se si vuole, a gare di velocità su hovercraft, spassosissime, dei veri giochi nel gioco. Ci sono anche altri minigame da provare sparsi qua e là.
Le prime missioni del gioco saranno svolte in compagnia di Pey'j, poi entrerà in campo un altro agente, Doppia H, che Jade salverà in una missione assegnatale dalla rete ribelle. E così via, tra squadre Alfa e Domz, fino a giungere su Selune, la luna di Hillys per le sequenze finali del gioco, epiche.
Il gioco è molto bello, per essere dell'anno 2003, ha una resa grafica eccellente, i fondali e i personaggi, così come le sequenze animate sono straordinarie per un titolo di quell'epoca, parliamo di quasi vent'anni fa (oggi 2020). L'azione è parte essenziale del gioco. Senza di essa non si progredisce e alcune sequenze sono piuttosto difficili nelle fasi avanzate della storia. Ma anche se Jade dovesse soccombere, il gioco riprenderà dalla medesima sequenza. Così si avrà possibilità di studiare la strategia migliore, perché senza strategia di attacco non si può andare avanti. Non si può sparare a caso insomma.
L'interfaccia di gioco è provvista di inventario, in cui porre i potenziamenti, le cure (cibo) e altri oggetti utili come le schede per aprire i settori protetti. I salvataggi sono gestiti tramite delle locazioni in cui troviamo dei lettori di dischi. Fuori da questi punti non è possibile salvare il gioco. Tutto il gioco è fornito di mappe avanzate, in cui poter evidenziare la situazione, le perle e gli animali presenti, un grandissimo aiuto su cui a volte si deve fare esclusivo affidamento.
Il gioco è ben bilanciato, difficile, ma non impossibile, mai in generale frustrante, divertente e adeguatamente motivante per spingere il giocatore a procedere nella storia.
Si troverà soddisfazione e coinvolgimento nella storia di Jade, veramente un ottimo titolo. Consigliatissimo.
Dreamfall Chapters è la terza e per ora (2020) ultima uscita riguardante il mondo di Stark e Arcadia, creato da Ragnar Tørnquist. Quest'ultimo capitolo ha visto una lunghissima gestazione. Richiesto a furor di popolo già dalla fine del predecessore Dreamfall, ha visto la luce solo tra il 2014 e il 2016, in cinque capitoli rilasciati in sequenza nei due anni. Il gioco è stato realizzato da una nuova casa editrice, la Red Thread Games, costituita dallo stesso Tornquist dopo il divorzio con la Funcom. Il progetto è stato finanziato in larga parte tramite il crowdfunding su piattaforma Kickstarter. In pochissimo tempo migliaia di appassionati hanno aderito all'iniziativa , iniziando un veloce tam-tam sui canali di comunicazione sociale e l'obiettivo prefissato è stato bruciato rapidamente. Sempre tramitr piattaforme per backer è stata effettuata la distribuzione digitale del gioco, con chiavi Steam e poi la spedizione fisica delle ricompense scelte, manuali, disegni, magliette, gadget. Una operazione di marketing pienamente riuscita. Ed un esperimento pioniere di come la comunità dei videogiocatori sia in grado di poter finanziare, anche anticipatamente, i progetti in cui crede. Ottimo.
Il gioco, basato sull'ottimo motore Unity, ha una resa grafica straordinaria. Gli scenari 3D sono bellissimi, che si tratti di città moderne, fantasy, interni o dimensioni parallele. Spesso capita di fermare il personaggio e ruotare la visuale solo per il gusto di godere dell'ambiente circostante. Anche i modelli dei personaggi sono eccellenti, definiti in ogni minimo dettaglio fino alle pieghe degli abiti. Le locazioni in 3D, su Stark e Arcadia sono visitabili in toto, scale, vicoli. Le città in pratica esistono davvero e si può stare anche solo a girare a vuoto.
Dreamfall Chapters riprende le trame del suo predecessore, dove abbiamo scoperto che le mire di sfruttare i sogni per controllare la realtà si sovrappongono tra Stark e Arcadia. Due gruppi, parallelamente, si adoperano infatti per portare a termine il progetto di canalizzare l'energia dei sogni per i propri scopi, ovvero il potere e il dominio.
Quello che non sanno (e che neanche noi sappiamo con certezza fino a un certo punto) lo abbiamo intuito forse già in Dreamfall. Dietro tutto lo schema c'è una nostra vecchia conoscenza... A voi scoprire, dipanando il gioco, chi e perché.
La storia si fa infatti molto complicata, a volte cervellotica e non basterà un solo giro per capirne a fondo le sottotrame e le origini. Alcune di esse rimarranno inspiegabili e a nulla varranno le ricerche nei forum o le domande poste all'autore, sempre e da sempre molto evasivo sulla materia.
Ritroveremo molti dei personaggi principali, a partire da Zoe e da Kian, veri protagonisti delle vicende, l'una su Stark, l'altro su Arcadia, fino alla resa dei conti finale in cui si sovrapporranno. Ritroveremo Roper Klacks, in una versione assolutamente inedita e inaspettata e il cui ruolo in tutta la vicenda è sicuramente molto più importante dello sciocco alchimista per cui lo abbiamo preso.
Questa volta l'approfondimento è ben fatto. I personaggi finalmente hanno uno scopo, un senso, un carattere, una propria volontà.
Anche le vicende del gioco sono abbastaza logiche e gli enigmi bilanciati.
Il gioco è basato sulla possibilità per il giocatore di cambiare il proprio percorso in base a delle scelte precise. Quando queste scelte si manifestano, all'improvviso, il giocatore deve decidere cosa fare in poco tempo e da lì in poi il gioco cambia, non di molto, ma cambia, portando a finali diversi e rapporti e dialoghi diversi. Si percorre sempre la stessa direzione, ma per vie secondarie diverse e si arriva naturalmente allo stesso finale delle vicende anche se condito con un sapore differente ogni volta.
Buona scelta. Sembrava fosse una rivoluzione del gaming ed in effetti è una bella e gradevole aggiunta, ma alla fin fine non è niente di definitivo.
Ritroviamo April Ryan, finalmente se stessa, finalmente bella e piena come la April di quasi quindici anni prima, quindici anni veri. Io personalmente ho scoperto di aver atteso questo titolo solo per rivedere April, dopo un lunghissimo percorso, è stata una soddisfazione commovente.
Viene spiegata la sottotrama della casa dei mondi, già vista in sprazzi già dall'inizio di TLJ, con l'anziana signora che racconta la storia e che scopriamo essere... Quello che non ci aspettavamo.
Sull'identità della vecchietta, anch'essa personaggio del gioco che guidiamo nelle tappe della sua vita fin da bambina, si sono scatenati centinaia di forum e messaggi. La risposta è qui. In DFC, sebbene per me incompleta e insoddisfacente, ma tant'è. Il gioco lo ha scritto Tornquist.
Ritroviamo Crow. La sua scena insieme ad April da sola è valsa la pena di aver atteso dieci anni di tempo per questo gioco.
Ma anche Zoe e Kian sono finalmente a pieno titolo dei personaggi veri. Il loro mondo diventa il nostro e le lore vicende le nostre. Fatichiamo e trepidiamo con loro in un percorso anche mentalmente abbastanza stancante, oltre alla gestione del 3D che come negli shooter attuali, dopo un po' fa girare la testa. La trama come detto risulta molto complicata da sbrogliare, nonostante progredisca con facilità, le spiegazioni rimangono sempre un passo indietro e gli interrogativi si accumulano, mai veramente sciolti.
In definitiva il titolo è consigliato. Si può giocare anche da solo, senza i precedenti, perdendo molto delle emozioni di ritrovare un percorso già iniziato, ma si può fare agevolmente.
Dreamfall - The Longest Journey è il seguito della fortunata avventura The Longest Journey ed è stato pubblicato nel 2006 dalla Funcom, autore il medesimo Ragnar Tørnquist. Il gioco è una avventura grafica in terza persona del tipo punta e clicca. Alcune sue caratteristiche lo rendono ibrido, allargano il campo di inclusione in 'action-adventure', sebbene le scene di combattimento siano in definitiva molto limitate, ovvero in 'walking simulator', tipo di avventura grafica in cui le azioni del protagonista sono finalizzate allo svolgersi di una storia predefinita, solo da scorpire. Gli enigmi difatti sono presenti seppure quasi irrilevanti e si tratta di intraprendere una lunga ricerca, un viaggio attraverso diverse locazioni per svolgere il mistero sotteso al titolo.
Dopo cinque anni di attesa il popolo dei videogiocatori ha potuto riaffacciarsi nel mondo di Stark e Arcadia, riviste dal punto di vista grafico in scenari e locazioni a volte da togliere il fiato, considerata anche la data di uscita.
Dal punto di vista narrativo il gioco si suddivide in tre storie affiancate, portate avanti dai tre protagonisti. La principale, Zoe Castillo, ragazza di Stark, la nostra vecchia conoscenza April Ryan, ritiratasi al termine del primo capitolo su Arcadia, e Kian Alvane, apostolo di un popolo teocratico di Arcadia, gli Azadi.
Le storie si sviluppano e si intrecciano fino a giungere al medesimo termine, alla fine del gioco.
La storia si apre su Zoe Castillo, in un letto d'ospedale, in coma, che come voce narrante spiega al giocatore la sua storia.
Dopo dieci anni narrativi, su Stark si è sviluppata una tecnologia in grado di amplificare e indirizzare i sogni degli esseri umani. Dietro allo sviluppo di questa tecnologia vi è tuttavia qualcosa di inquietante. Zoe Castillo, a causa del coinvolgimento del suo ex fidanzato giornalista, Reza, si trova catapultata proprio nell'inchiesta relativa al controllo dei sogni. Zoe è una 'sognatrice', in possesso del potere di attraversare il mondo dei sogni e giungere quindi su Arcadia.
Nel frattempo, su Arcadia, Marcuria è stata conquistata dai Tyren, sviluppo di cui gia in TLJ avevamo avuto sentore. Gli stessi Tyren, dopo l'occupazione sono stati sconfitti dagli Azadi, popolo proveniente dall'ovest e governato da una teocrazia militare. Gli Azadi sono stati accolti come liberatori, tuttavia hanno instaurato una sorta di dittatura in cui gli esseri magici sono stati ghettizzati. Contro l'occupazione sorge un movimento di ribelli, guidato proprio dalla nostra vecchia conoscenza, April Ryan, ritiratasi dieci anni prima proprio su Arcadia.
La terza linea narrativa è raccontata dal punto di vista degli Azadi, con un loro alto esponente, l'apostolo Kian, che ha il compito proprio di stanare i ribelli di Marcuria.
Questa la trama.
Riscopriremo vecchie conoscenze come Crow, Brian Westhouse e il mago Roper Clacks e ne faremo di nuove.
Il gioco è molto interessante ed il suo punto di forza è certamente la narrazione, da un creatore quale Tornquist c'è da aspettarsi il consueto approfindimento di narrazione.
I personaggi sono tuttavia solo abbozzati, al contrario del primo capitolo. Si capisce molto poco delle motivazioni di April Ryan, che lasciamo quale salvatrice del mondo e ritroviamo imbronciata combattente, perchè non si sa. April trascorre tutto il tempo rispondendo in maniera pedante e inadeguata al suo personaggio. Credo che voler spostare l'attenzione su una nuova protagonista , forse per dare un elemento di novità, sia stata una scelta narrativa discutibile. April Ryan si era trasformata nel frattempo in una icona.
A maggiore riprova, gli eventi portano addirittura ad uno sviluppo che non si anticipa qui. Assai sgradevole, almeno certamente dal punto di vista di chi scrive.
Kian Alvane è inesistente, si muove, combatte, rimane malamente delineato, fa quel che deve.
Zoe Castillo è ben approfondita. All'inizio piuttosto antipatica, più piacevole con lo svolgersi degli eventi.
La storia si dipana con viaggi in locazioni interessanti, specie in Stark, di cui si percepisce una atmosfera sempre più cupa. Ritroveremo Newport e Venice e il Fringe e la Border House, nel frattempo molto cambiata. Le emozioni migliori si ottengono proprio dalla visita dei vecchi luoghi, dagli indizi sul destino di April e anche dalla nuova linea narrativa che vede l'emergere di una sperimentazione sugli umani della tecnologia del sogno. Tali sprazzi, legati fortemente all'ampiarsi della trama del primo capitolo, sono materializzati molto bene in una dimensione 'esterna' in cui appare una bambina che spinge Zoe a cercare April. La conclusione di questa sottotrama è realizzata in maniera molto delicata e toccante.
Si configura per la prima volta la città di Marcuria, senza locazioni fisse come nel primo capitolo, ma visitabile in 3D. La definizione delle avventure in Marcuria è tuttavia abbastanza piatta e informe.
Tutto il gioco è volto a raccontare la storia che l'autore ci vuole raccontare. Non appare, come nel primo capitolo, l'urgenza ovvero la possibilità di poter cambiare il mondo, anche se certamente solo percepita. Si progredisce, si fa quel che il gioco vuole che si faccia, per arrivare a scoprirne la fine.
Da questo punto di vista a me il gioco è piaciuto poco. Certo, come affezionato della serie, si hanno buone impressioni e conferme sul grande disegno alla base, tuttavia, le aspettative rimangono realizzate a metà.
The Longest Journey è un gioco creato da Ragnar Tørnquist per piattaforma PC e distribuito nell'anno 2001. Si tratta di una avventura in terza persona, del tipo punta e clicca. Nella idea originale del suo autore, TLJ era solo il primo capitolo di una non meglio definita serie di avventure, che poi si sono concretizzate in quasi vent'anni in una trilogia.
Il gioco è subito estremamente interessante fin dall'introduzione, dove il giocatore viene immerso in una atmosfera abbastanza misteriosa dai primi fotogrammi, dove un essere misterioso, sospeso in mezzo a due flussi di energia che lo attraversano, sembra prendere improvvisamente coscienza di sè e si allontana dal luogo indefinito dove si trova, originando un malfunzionamento del medesimo luogo.
Svolgendo la storia il giocatore si trova immediatamente nei panni della protagonista, April Ryan, una diciottenne nell'anno 2209, in una ambientazione che sembra essere la Terra di un vicino futuro. La tecnologia infatti è avanzata, anche se non completamente distopica.
April ha degli incubi, dove confonde la sua realtà con un mondo alternativo, diciamo fantasy, dove esistono strane creature e dove la magia sembra ancora esistere. In breve tempo April si accorge che i suoi incubi sono in realtà condivisi anche dai suoi amici e conoscenti e che qualcosa di molto strano sta accadendo in questa sovrapposizione di realtà differenti.
Attraverso la guida del misterioso Cortez, April scoprirà l'esistenza di un mondo alternativo, Arcadia, il luogo della magia, separato dal suo mondo, Stark, il luogo della scienza e raggiungibile attraverso i sogni o attraverso le facoltà speciali di alcuni, come April stessa, dotati del potere di 'shiftare' tra le due realtà attraverso portali.
Su Arcadia, April scoprirà che i due mondi erano stati separati migliaia di anni prima proprio dagli stessi esseri umani, magia e scienza divisi per sempre e uniti solo dal flusso di sogni regolato dal guardiano, in un non-luogo in mezzo ai due mondi. Ogni mille anni il guardiano veniva sostituito da un nuovo guardiano ma, come visto nella introduzione, il guardiano in carica ha lasciato il suo ruolo perché una fazione malvagia ha progettato di riunificare i due mondi e ha eliminato tutti i potenziali nuovi guardiani.
Così, il regno del guardiano è abbandonato e le due realtà iniziano a sovrapporsi col rischio di distruggere il tessuto stesso della realtà.
In quanto in possesso del potere di attraversare i mondi, starà alla nostra April vestire con riluttanza i panni della salvatrice di entrambe le dimensioni.
Questa la trama.
Il gioco, cari amici di Altocorno, senza giri di parole, è bellissimo. Non ci sono possibilità di spiegare scrivendo, la pienezza delle ambientazioni, la consistenza della storia stessa dei due mondi, raccontata da testi trovati in giro o dagli stessi personaggi, attraverso dialoghi lunghi e talvota complessi.
April Ryan è una protagonista straordinaria. Credo che nella storia dei videogiochi raramente si possa assistere alla creazione di un personaggio del genere, con la sua personalità unica, il sio carattere, le sue paure, i suoi sogni. Dopo decenni, April Ryan è ancora nel cuore di tutti i giocatori di TLJ. Basti cercare nei forum o nei commenti o nelle lunghissime attese per i sequel di questo primo capitolo di una trilogia.
April è straordinaria, spiritosa, sarcastica, nostalgica, impaurita, curiosa, determinata, rassegnata. Un caleidoscopio di emozioni che possiede e che trasmette al giocatore, che ride e piange con lei, sorride,cerca, rinuncia, si fa trasportare. Anche davanti agli essere più maestosi o pericolosi del gioco, April ha sempre una battuta, ovvero un rispetto o una considerazione sua propria. E' trascinata dagli eventi e li trascina essa stessa, come nelle parole dello stesso autore, in uno dei dialoghi del gioco : 'A Wave is someone who propels people and events towards change, towards the future. You are a Wave. There are ripples from your passing, and they spread wide and far. Those ripples will never die down. The worlds will be changed by your journey'.
L'equilibrio degli enigmi è sostenibile, piacevole, tranne solo in un paio di occasioni forse discutibili. I personaggi comprimari sono anche essi molto ben definiti, mai ripetitivi. A molti di loro ci si affeziona lungo la strada o si sorride ai dialoghi.
La traduzione italiana a me non è piaciuta, meglio l'originale.
Il gioco vi impegnerà per diversi giorni e forse anche per più volte, se vi tornerà la voglia di immergervi nuovamente nelle atmosfere di Stark e Arcadia.