Dreamfall - The Longest Journey è il seguito della fortunata avventura The Longest Journey ed è stato pubblicato nel 2006 dalla Funcom, autore il medesimo Ragnar Tørnquist. Il gioco è una avventura grafica in terza persona del tipo punta e clicca. Alcune sue caratteristiche lo rendono ibrido, allargano il campo di inclusione in 'action-adventure', sebbene le scene di combattimento siano in definitiva molto limitate, ovvero in 'walking simulator', tipo di avventura grafica in cui le azioni del protagonista sono finalizzate allo svolgersi di una storia predefinita, solo da scorpire. Gli enigmi difatti sono presenti seppure quasi irrilevanti e si tratta di intraprendere una lunga ricerca, un viaggio attraverso diverse locazioni per svolgere il mistero sotteso al titolo.
Dopo cinque anni di attesa il popolo dei videogiocatori ha potuto riaffacciarsi nel mondo di Stark e Arcadia, riviste dal punto di vista grafico in scenari e locazioni a volte da togliere il fiato, considerata anche la data di uscita.
Dal punto di vista narrativo il gioco si suddivide in tre storie affiancate, portate avanti dai tre protagonisti. La principale, Zoe Castillo, ragazza di Stark, la nostra vecchia conoscenza April Ryan, ritiratasi al termine del primo capitolo su Arcadia, e Kian Alvane, apostolo di un popolo teocratico di Arcadia, gli Azadi.
Le storie si sviluppano e si intrecciano fino a giungere al medesimo termine, alla fine del gioco.
La storia si apre su Zoe Castillo, in un letto d'ospedale, in coma, che come voce narrante spiega al giocatore la sua storia.
Dopo dieci anni narrativi, su Stark si è sviluppata una tecnologia in grado di amplificare e indirizzare i sogni degli esseri umani. Dietro allo sviluppo di questa tecnologia vi è tuttavia qualcosa di inquietante. Zoe Castillo, a causa del coinvolgimento del suo ex fidanzato giornalista, Reza, si trova catapultata proprio nell'inchiesta relativa al controllo dei sogni. Zoe è una 'sognatrice', in possesso del potere di attraversare il mondo dei sogni e giungere quindi su Arcadia.
Nel frattempo, su Arcadia, Marcuria è stata conquistata dai Tyren, sviluppo di cui gia in TLJ avevamo avuto sentore. Gli stessi Tyren, dopo l'occupazione sono stati sconfitti dagli Azadi, popolo proveniente dall'ovest e governato da una teocrazia militare. Gli Azadi sono stati accolti come liberatori, tuttavia hanno instaurato una sorta di dittatura in cui gli esseri magici sono stati ghettizzati. Contro l'occupazione sorge un movimento di ribelli, guidato proprio dalla nostra vecchia conoscenza, April Ryan, ritiratasi dieci anni prima proprio su Arcadia.
La terza linea narrativa è raccontata dal punto di vista degli Azadi, con un loro alto esponente, l'apostolo Kian, che ha il compito proprio di stanare i ribelli di Marcuria.
Questa la trama.
Riscopriremo vecchie conoscenze come Crow, Brian Westhouse e il mago Roper Clacks e ne faremo di nuove.
Il gioco è molto interessante ed il suo punto di forza è certamente la narrazione, da un creatore quale Tornquist c'è da aspettarsi il consueto approfindimento di narrazione.
I personaggi sono tuttavia solo abbozzati, al contrario del primo capitolo. Si capisce molto poco delle motivazioni di April Ryan, che lasciamo quale salvatrice del mondo e ritroviamo imbronciata combattente, perchè non si sa. April trascorre tutto il tempo rispondendo in maniera pedante e inadeguata al suo personaggio. Credo che voler spostare l'attenzione su una nuova protagonista , forse per dare un elemento di novità, sia stata una scelta narrativa discutibile. April Ryan si era trasformata nel frattempo in una icona.
A maggiore riprova, gli eventi portano addirittura ad uno sviluppo che non si anticipa qui. Assai sgradevole, almeno certamente dal punto di vista di chi scrive.
Kian Alvane è inesistente, si muove, combatte, rimane malamente delineato, fa quel che deve.
Zoe Castillo è ben approfondita. All'inizio piuttosto antipatica, più piacevole con lo svolgersi degli eventi.
La storia si dipana con viaggi in locazioni interessanti, specie in Stark, di cui si percepisce una atmosfera sempre più cupa. Ritroveremo Newport e Venice e il Fringe e la Border House, nel frattempo molto cambiata. Le emozioni migliori si ottengono proprio dalla visita dei vecchi luoghi, dagli indizi sul destino di April e anche dalla nuova linea narrativa che vede l'emergere di una sperimentazione sugli umani della tecnologia del sogno. Tali sprazzi, legati fortemente all'ampiarsi della trama del primo capitolo, sono materializzati molto bene in una dimensione 'esterna' in cui appare una bambina che spinge Zoe a cercare April. La conclusione di questa sottotrama è realizzata in maniera molto delicata e toccante.
Si configura per la prima volta la città di Marcuria, senza locazioni fisse come nel primo capitolo, ma visitabile in 3D. La definizione delle avventure in Marcuria è tuttavia abbastanza piatta e informe.
Tutto il gioco è volto a raccontare la storia che l'autore ci vuole raccontare. Non appare, come nel primo capitolo, l'urgenza ovvero la possibilità di poter cambiare il mondo, anche se certamente solo percepita. Si progredisce, si fa quel che il gioco vuole che si faccia, per arrivare a scoprirne la fine.
Da questo punto di vista a me il gioco è piaciuto poco. Certo, come affezionato della serie, si hanno buone impressioni e conferme sul grande disegno alla base, tuttavia, le aspettative rimangono realizzate a metà.